I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
CHI COLPISCONO E CHE COSA SONO
I disturbi dell’alimentazione sono modifiche del rapporto tra la persona e il bisogno di cibo. Esistono forme gravi o transitorie, che dipendono da eventi
della vita quotidiana. Purtroppo ci sono forme più gravi, che possono trasformarsi in una vera malattia, come l’anoressia.
Insieme ad essi è stata descritta un’ampia categoria di “disturbi del comportamento alimentare atipici”, cioè disturbi alimentari significativi ma che non corrispondono a tutti i criteri dell’anoressia nervosa o della bulimia nervosa.
In Italia la cura dei disturbi del comportamento alimentare è condizionata da tre problemi da risolvere:
• C’è una grande disinformazione su queste patologie, non soltanto tra le pazienti e le loro famiglie, ma anche tra i medici e gli psicoterapeuti che dovrebbero curarle
• Poche persone con problemi alimentari seguono un trattamento: poche lo desiderano e pochi sono gli specialisti con le conoscenze necessarie per aiutarle
• Spesso gli individui in trattamento non ottengono una cura efficace perché raramente riescono a trovare centri seriamente specializzati.
Parlare di disturbi alimentari significa affrontare un ambito il cui confine tra comportamento a rischio e patologia conclamata è molto labile ed in cui, la serietà e la professionalità di coloro che si occupano del problema, diviene indispensabile.
L’adolescenza sembra essere l’età più a rischio per l’insorgenza di questi disturbi; è un evento critico, uno stato di cambiamento molto significativo in cui la situazione di conflitto è elevata. La ricerca di identità, caratteristica di questa fase, comporta, frequentemente, un’insicurezza di fondo che, in alcuni casi, conduce ad estremizzare modelli ideali spesso mitizzati. Lo stesso corpo è fonte di conflitti attraverso le sue rilevanti modificazioni, la loro accettazione ed il proprio vissuto corporeo legato alla ricostruzione della propria immagina. Soprattutto nelle ragazze la stima di sé è spesso influenzata dal rapporto con il proprio corpo e dai riscontri provenienti dall’esterno. L’insoddisfazione relativa all’aspetto fisico non è necessariamente il fattore scatenante il disturbo alimentare: lo è invece, se sottende ad una difficoltà di identità con una spasmodica ricerca di modelli ideali e con una gestione del tutto personale sulla perdita di peso. Non è da dimenticare che in un numero elevato di situazioni, il disordine alimentare comincia con una dieta.
Avvicinando maggiormente il problema alimentare, emerge come il cibo ed il rapporto con esso diviene una meta comunicazione che permette di esprimere un bisogno, per la ragazza anoressica il non mangiare favorisce il “defilarsi” da un contesto familiare e sociale non in sintonia con il suo mondo interiore.
Il desiderio di accettazione da parte degli altri, del mondo intero, disorienta a tal punto da non sentirsi mai “a posto”, perché se non si è perfetti non si è accettati, se non si è accettati non si è amati. In questo modo si costruisce una sorta di autosufficienza affettiva, che diviene un delirio di autosufficienza più ampio: il credere di poter fare a meno di tutto, di bastare a se stessi, attraverso un sentimento enorme di energie orientate al controllo, senza potersi concedere nulla.
Per la bulimia, il bisogno di riempire un vuoto incolmabile la rende spesso incapace di gestire la sua “fame”, in un continuo desiderio di mettere dentro di sé ordine e nell’incapacità di gestire la sua voracità. Ognuna di loro ha costruito una esteriorità fatta di ragionevolezza, di buon senso, spesso con risultati visibili più che apprezzabili (risultati scolastici, lavorativi, etc.). arrivare ad una richiesta d’aiuto è, per queste persone, un passo enorme, denso di sentimenti ambivalenti, si è arrivati al limite della sopportazione ma non si riesce a pensare ad una vita senza il sintomo, perché la paura, il senso di vuoto, sono enormi.
La lotta è grande ed a volte è la grande sofferenza o la sfida con se stessa a sostener la motivazione ad iniziare un percorso di cambiamento.
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Dr.ssa Emilia Alfonsi (Psichiatra responsabile progetto “Rete del Sollievo”, DSM ASUR Zona 7 Osimo) – Dr.ssa Alessia Tombesi (Psicologa)